sabato 10 ottobre 2020

Cesellare le parole

Salve a tutti!



Con oggi, 10 ottobre 2020, voglio iniziare qui una nuova rubrica che si chiamerà, parafrasando il nome di questo blog, "Le mie gioie da traduttore".

Se è vero, com'è vero, che gli scrittori, quelli bravi, vanno alla ricerca delle parole migliori per dar voce alle proprie storie questo vale, a maggior ragione, per i traduttori, i quali si trovano a dover prestare tali  parole a una lingua che non è la loro.

Quindi immaginate che lavoro ci possa essere dietro ad una traduzione! Non mi riferisco solo al lavoro vero e proprio di resa in italiano di un testo in lingua straniera, mi riferisco, anche e forse soprattutto, al lavoro più "oscuro" richiesto dal dover tradurre un determinato testo.

Un lavoro che consiste in ricerche accurate, in scelte ponderate, per poter far sì che la voce dell'autore originale non risulti tradita, nello stile come nella resa.

Capita quindi di passare ore, se non giorni, a lambiccarsi il cervello sul modo più esatto di rendere una parola o una frase; a cercare le parole giuste e a cesellare parole e frasi in modo che la voce dell'autore originario dell'opera risuoni in pienezza.

Raymond Carver una volta ha detto a un intervistatore che la fase della scrittura che preferiva era la revisione. 

Ebbene, io del lavoro di traduttore adoro, letteralmente adoro, queste fasi di ricerca; ricerca di parole e frasi ma anche di altri dettagli che poi, a volte, finiscono nelle note a piè di pagina.

Anche la fase di revisione è entusiasmante ma questa, come si suol dire in questi casi, è, o meglio sarà, un'altra storia. Voglio infatti tenermela come argomento di un prossimo articolo incentrato sulle gioie del mio lavoro di traduzione.

Grazie infinite a tutte e tutti voi per la pazienza e l'attenzione  con le quali avete letto la prima puntata di questa mia nuova rubrica!

Buona serata, buonanotte e arrivederci alla prossima occasione!

Buona lettura e a presto!

Con simpatia! :)

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