giovedì 27 agosto 2020

Accendere un fuoco di Jack London

 Salve a tutti!

Innanzitutto devo scusarmi per la lunghissima assenza.

Quindi torniamo a parlare delle gioie di un traduttore...

Non credo che per un traduttore vi sia una gioia paragonabile a quella derivata dall'uscita del frutto delle proprie fatiche.


Ed è proprio di questo che oggi voglio parlarvi: della pubblicazione di una mia nuova traduzione. Si tratta della traduzione del racconto di Jack London intitolato in origine "To build a fire". La versione da me tradotta e uscita fresca fresca presso la casa editrice flower-ed diretta sapientemente da Michela Alessandroni con il titolo di "Accendere il fuoco" è la seconda versione, datata 1908, di questo racconto che aveva visto la luce, in una prima versione, il 29 maggio 1902. Il volume è impreziosito dalla splendida prefazione dell'amica, saggista e traduttrice Sara Staffolani.

Per presentare al meglio questa nuova perla che va ulteriormente ad arricchire la collana Five Yards sfrutterò la presentazione fattane dall'editrice:



Lasciando il caldo opprimente di questi ultimi giorni di agosto, ci spostiamo, almeno con l’immaginazione, nel Canada nord-occidentale, al confine con l’Alaska. È il 1897 quando il giovane Jack London, all’età di ventuno anni, viene a conoscenza della scoperta di ricchi giacimenti auriferi in questa zona, precisamente nella regione del Klondike. Decide così di partire, insieme al marito di sua sorella, per unirsi agli altri cercatori nella famosa e travolgente corsa all’oro. Immerso nell’ambiente freddo e inospitale di questi luoghi, lo scrittore vive numerose esperienze che gli saranno di ispirazione per le sue opere letterarie: fra queste il suo racconto più celebre, "Accendere un fuoco". Pubblicato in due versioni successive differenti, questa che offriamo ai nostri lettori, nella traduzione di Riccardo Mainetti e con la bella Prefazione di Sara Staffolani, è la storia rivista e aggiornata nel 1908, secondo le convinzioni maturate da London in merito al rapporto tra l’uomo e la natura.
È un freddo mattino d’inverno quando, nel territorio dello Yukon, un uomo si mette in cammino per raggiungere i compagni che si trovano alla vecchia miniera, sul ramo sinistro dell’Henderson Creek. Un grosso cane husky lo segue mentre si addentra in un paesaggio di abeti rossi, fiumi ghiacciati e distese sconfinate di neve. Inizialmente le condizioni climatiche estreme non preoccupano l’uomo e i saggi avvertimenti del vecchio di Sulphur Creek gli sembrano un’esagerazione, ma nel corso del viaggio egli dovrà confrontarsi con la natura davvero aspra del luogo, rigida e indifferente davanti alle sue necessità. Questo racconto sottolinea la difficile relazione tra l’uomo e la natura, tra il giudizio umano e l’istinto animale, e la perseveranza di ognuno nella lotta per la sopravvivenza.
Jack London, "Accendere un fuoco", traduzione italiana di Riccardo Mainetti, Prefazione di Sara Staffolani, coll. Five Yards, vol. 15, flower-ed 2020 (ebook e cartaceo).

Augurandovi buona lettura e buon sollievo dalla calura di questi giorni, immersi nelle fredde temperature del racconto di Jack London, ringrazio tutte e tutti voi per la pazienza e l'attenzione e vi do l'arrivederci alla prossima occasione!

Buona serata e buona lettura!

Con simpatia! :)



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